Comprendi
Per instaurare un dialogo proficuo con le istituzioni, è necessario innanzitutto individuare il giusto interlocutore, cioè il soggetto che si occupa della questione da voi posta. Sarebbe inutile, se non addirittura controproducente, chiedere, per esempio, un estratto conto allə propriə medicə invece che allə funzionariə della banca. L’interlocutore giusto potrebbe essere unə funzionariə pubblicə tecnicə, ma non solo: in questa fase, il dialogo con le istituzioni può essere considerato un processo anche politico, motivo per cui rivolgersi a unə politicə è accettabile. Sia la tua comunità che le controparti hanno i propri doveri in un processo di monitoraggio: quindi, entrambe le parti devono prenderlo sul serio. Voi dovete lavorare e comunicare al meglio, mentre loro devono fornire risposte serie e credibili. Pertanto, con il tuo gruppo di giovani monitorate la risposta (o la sua mancanza) per assicurarvi che rappresenti una “buona risposta” alla “buona domanda”. Come si può identificare una “buona risposta”? Essa è del tutto coerente con la domanda (a volte l’amministrazione potrebbe non aver capito bene il quesito); non è generica o evasiva (a volte potrebbe essere troppo astratta o evitare le questioni specifiche sollevate dalla domanda); è scritta in un linguaggio burocratico ma comprensibile (chi esagera con i tecnicismi non pensa all’accessibilità della risposta); arriva in un tempo ragionevole (la legge stabilisce scadenze precise, che l’amministrazione è tenuta a rispettare). Quando e se si riceve effettivamente una “buona risposta”, è bene valorizzarla, anche pubblicamente. Tuttavia, altre volte l’amministrazione potrebbe non rispondree affatto: in questo caso dovreste verificare nuovamente se avete formulato e indirizzato correttamente la vostra richiesta. E in caso affermativo, non arrendetevi ma insistete, chiedendo un approccio più cooperativo e, magari, organizzando dibattiti pubblici in merito, cercando di far leva sulla pressione politica per attivare la vostra controparte.
Sperimenta
Poiché in questa fase con il tuo gruppo giovanile entrate concretamente e direttamente in dialogo con le istituzioni o le autorità pubbliche, è bene individuare una strategia equilibrata. Un’azione di monitoraggio non deve essere spettacolare, ma deve porre domande concrete e realizzabili che possano essere effettivamente monitorate: cercate di evitare una petizione basata unicamente su valori astratti. Usate un tono collaborativo piuttosto che conflittuale: lɜ funzionariɜ pubblicɜ devono riconoscere la legittimità dell’azione di monitoraggio, ma allo stesso tempo la vostra comunità deve rispettare il delicato e complesso lavoro di gestione della cosa pubblica. Infine, l’azione di entrambe le parti deve essere finalizzata alla tutela del bene comune: è più probabile che le risposte si ottengano lavorando insieme piuttosto che entrando in conflitto. Il principio della buona fede dovrebbe valere fino a prova contraria: solo se risulta disatteso, è legittimo procedere con un approccio più deciso. È anche possibile chiedere all’amministrazione di individuare una persona o uno staff dedicato che possa rispondere alle richieste, per facilitare il dialogo e ottenere un miglior livello di collaborazione. Se questo è difficile da ottenere, si può anche chiedere aiuto a “terze parti”, che agiscano come intermediari, essendo soggetti indipendenti sia dalla comunità che dalla pubblica amministrazione.